“Il Green Pass non può e non deve fermare il turismo”
Le misure di sicurezza per chi viaggia servono e continueranno a servire, probabilmente, ancora fino al 2023 e oltre. Ma il Green Pass per soggiornare nelle strutture ricettive, così come altre possibili limitazioni, non deve per forza fermare il turismo, anzi. Il settore è chiamato a un grande cambiamento che può e deve essere affrontato, per tornare a crescere, passo dopo passo: a partire dalle azioni quotidiane dei professionisti dell’ospitalità.
Il prossimo futuro per OCSE e OMT
Appena due mesi fa Armando Peres, vice presidente del Comitato Turismo dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), parlava di un 2022, per l’Italia, con flussi turistici a livelli pre-Covid. L’ultimo report dell’OMT (Organizzazione Mondiale del Turismo) ha raffreddato gli animi. Nonostante ci siano stati miglioramenti nel terzo trimestre del 2021, con l’Europa che ha registrato la migliore performance turistica a livello globale anche grazie al certificato verde, la situazione pandemica, oggi, è troppo imprevedibile per fare pronostici certi, a causa dei casi in aumento e delle nuove varianti. Molti esperti del settore, comunque, continuano a essere ottimisti.
Al di là di ottimismo o pessimismo: azioni concrete
«C’è grande incertezza su cosa potrebbe accadere nel 2022, perché non sappiamo fino a che punto la quarta ondata metterà in difficoltà i sistemi sanitari nazionali – sottolinea Paolo Zennaro, CEO di Welcomeasy. Sappiamo però di avere molte più armi del passato contro la malattia da Covid-19. Grazie ai vaccini, alle medicine e alla carta verde, il mercato turistico, pur con limitazioni e controlli, può continuare il suo viaggio verso la ripresa. Torneremo a gestire i flussi turistici a livelli paragonabili al 2019 già il prossimo anno? Difficile dirlo, ma una cosa è certa: se vogliono cavalcare la ripresa, i gestori delle strutture ricettive devono mettere in atto nuove strategie, per intercettare e accogliere i clienti».
Ecco 5 consigli da Welcomeasy per una resilienza attiva!
1) Personalizzare l’offerta in base al target. Riuscire ad avere camere e appartamenti sempre pieni è possibile. La domanda da cui partire è una: quali sono i bisogni dei diversi tipi di turisti che soggiornano in struttura? Sfruttando la rete costruita con gli altri operatori turistici e gli esercenti presenti sul territorio, i professionisti dell’ospitalità possono formulare pacchetti di servizi extra e plus costruiti su misura per ciascun target. Visite guidate nel centro città, passeggiate a cavallo, noleggio di biciclette. L’host può e deve diventare una figura di riferimento per il turista. Senza dimenticare che si possono conquistare gli ospiti anche grazie a piccole gentilezze, come giochi per bambini a disposizione delle famiglie o un aperitivo di benvenuto per coppie e gruppi di amici.
2) Trasformare gli ostacoli in vantaggi. Dal 6 dicembre e fino al 15 gennaio 2022, per soggiornare in hotel, B&B, appartamenti in affitto breve eccetera, gli ospiti dovranno essere in possesso del green pass “base”. E questa misura potrebbe essere prorogata in futuro. Ecco perché è importante organizzarsi per un’accoglienza super veloce, così da espletare tutte le pratiche burocratiche in tempi brevi. «Il green pass si controlla dallo smartphone, perché allora non fare anche il check-in dallo stesso dispositivo? Con uno strumento come Welcomeasy bastano 30 secondi – sottolinea Zennaro. In generale credo sia importante trasformare ogni ostacolo che il covid può mettere sulla nostra strada in un punto a favore. Se i turisti capiscono che gli operatori del settore italiani sono pronti ad affrontare al meglio qualsiasi misura di sicurezza prenoteranno a cuor leggero e non cancelleranno per paura di problemi o scocciature».
3) Attivare programmi fedeltà. In un periodo di incertezza come questo, fidelizzare i clienti è una mossa vincente. Un ospite che si è trovato bene potrebbe decidere di tornare in struttura e magari di prenotare per un periodo più lungo. Gli host possono pensare di offrire sconti, soprattutto fuori stagione, a chi torna una seconda volta o sceglie di pernottare per più di una settimana. Ovviamente, visto che parliamo di un’offerta speciale, senza la possibilità di cancellare la prenotazione. Se non si vogliono fare sconti gli incentivi possono essere, ad esempio, un prodotto tipico in omaggio o, ancora, un’esperienza da vivere sul territorio.
4) Diminuire la dipendenza dalle OTA. Le OTA sono uno strumento indispensabile per farsi conoscere e intercettare clienti, ma rappresentano un costo. Per cavalcare la ripresa è utile diminuire la propria dipendenza dalle Online Travel Agency, incrementando le prenotazioni dirette. Per farlo, innanzitutto, è necessario farsi trovare dai clienti, quindi ottimizzare il sito web, che deve essere ben realizzato, aggiornato e responsive. E poi aumentare la presenza sui canali social, soprattutto Instagram, dove raccontare attraverso immagini e brevi video l’attività e la struttura.
5) Gestire la reputazione della struttura. Incentivare gli ospiti a lasciare una recensione sulla loro esperienza di soggiorno è importante. E lo è altrettanto rispondere alle recensioni, sia quelle positive sia quelle negative, quando possibile. Gestire la reputazione aiuta a crescere perché le recensioni (e le risposte che si danno) si trasformano in pubblicità gratuita per la casa vacanze, il B&B, l’hotel, l’agriturismo e così via. «Quando si risponde a una recensione, ad esempio su Google, oltre a ringraziare l’ospite, è importante sfruttare l’occasione per raccontare qualcosa di più del proprio lavoro e della propria offerta. Magari sottolineando che il check-in è super veloce, che la struttura è igienizzata, che si offrono servizi aggiuntivi e così via. Se il futuro è incerto la cosa migliore da fare è prepararsi e investire, per lavorare al meglio» conclude Paolo Zennaro.