Un fondo per la salute mentale dopo anni di invisibilità del problema
Stato Donna, 7 dicembre 2021. La pandemia ha rappresentato la ciliegina sulla torta di un sistema poco funzionante rispetto a chi soffre di disturbi mentali. Il Covid 19 ha avuto un impatto imponente sulla psiche delle persone; basti vedere quanti tra noi, ad oggi hanno delle paure invalidanti che ci limitano in diversi campi di vita.
Sappiamo bene quanto sia importante affrontare i problemi nei momenti in cui ci sono i primi segni di disagio psichico, in modo da evitare che questi prendano piede e si cronicizzino.
L’attesa è stata lunga, ma è nuovissima la notizia dell’arrivo di un fondo per la salute mentale, che vede stanziati circa 50 milioni di euro da investire in salute mentale. L’obiettivo è quello di rendere fruibile le cure psicologiche anche per chi ha difficoltà economiche e non riesce ad accedere ai servizi predisposti. L’attenzione è stata sollevata da donne di tutti gli schieramenti politici che si sono fatte porta bandiera di tale proposta. L’emendamento è stato in particolare illustrato da Caterina Biti, vice presidente al Senato del Gruppo del Partito Democratico. Poi è stato presentato da Paola Boldrini sempre del Partito Democratico vice presidente della commissione Sanità.
Con loro, le senatrici Elisa Pirro del Movimento 5 Stelle, Maria Virginia Tiraboschi senatrice di Forza Italia, Anna Maria Parente senatrice di Italia Viva, Loredana De Petris senatrice di Leu, Maria Teresa Bellucci senatrice di Fratelli d’Italia e Raffaella Marin senatrice della Lega. Bella questa unione per gridare a gran voce, nonostante le divergenze di pensiero politico, che è arrivato il momento di pensare alla salute mentale dopo anni di invisibilità del problema.
Per una volta, viene messa al centro della scena, l’importanza di garantire cure psicologiche a tutti coloro che vivono un disagio. I servizi pubblici non riescono a ricoprire tutte le richieste di aiuto e di presa in carico, e c’è da dire che bisogna tener conto della carenza di psicologi nel Sistema sanitario nazionale andati in pensione e mai rimpiazzati. Tante volte, accogliendo pazienti in studio, mi sono trovata davanti persone bisognose di cure psicologiche ma che non disponevano di denaro sufficiente per intraprendere un percorso psicoterapeutico. Il singolo professionista non può fare sconti sul proprio lavoro, sia perché non è pensabile svendere la propria professionalità sia perché avrebbe un riscontro negativo sul contratto terapeuta-paziente.
Molti miei pazienti hanno interrotto le terapie, altri le hanno diradate nel tempo. La maggior parte di loro giunge alla mia attenzione, riportando sintomi ansiosi e successivo umore depresso dovuto agli evitamenti messi in atto per allontanare la possibile comparsa di sensazioni spiacevoli, vissute spesso come catastrofiche. Curare i disturbi mentali non deve essere un lusso a cui solo pochi possono accedere. Per troppo tempo tutta la sfera psicologica è stata poco considerata, vista come un quadro astratto, un qualcosa di non tangibile. Se abbiamo dovuto aspettare che una pandemia mondiale accendesse i riflettori su un tema tanto delicato quale è la psiche e tutti i suoi disturbi, la speranza è che almeno si inizi a pensare diversamente alla salute psicologica e al fatto che non vale meno di quella fisica, anche perché ricordiamo che “mens sana in corpore sano” diceva un detto latino.
La salute mentale deve tornare ad essere una priorità, basta ai tabù su di essa, sensibilizziamo le persone, lavoriamo di prevenzione, costruiamo contesti adeguati per accogliere i disturbi mentali. Per tutti coloro che aspettano un incoraggiamento a prendere contatto con uno psicologo: e tu, quando inizi un viaggio dentro te stesso?