Stato Donna, 7 dicembre 2021. La musica lirica nel suo DNA, con evidenze sin dal primo vagito, quando la levatrice, nell’accoglierla tra le sue braccia, esclamò: “I’ net la cantanta liric!” (È nata la cantante lirica).
Un segno del destino che trova compimento ogni volta che Francesca Rinaldi, soprano di Manfredonia, sale sul palcoscenico. Una realtà oggi diventata possibile grazie all’impegno profuso in anni di studio e all’ audacia tipica delle persone di talento.
Al momento ferma nella sua professione artistica, come tanti purtroppo, a causa del Covid, Francesca Rinaldi, con un curriculum veramente importante al suo attivo, è una “capa tosta, una che ha perseguito con forza il suo sogno”, che porta sul palco sempre con grande entusiasmo, e continua a lavorare comunque ai suoi progetti, con l’intenzione di realizzarli per il 2022, come racconta a Statoquotidiano.
“Sto scrivendo un libro che uscirà l’anno prossimo e che nasce con l’intento di lasciare un’eredità a mia figlia. Un libro in cui racconto la mia vita e la mia arte, la mia carriera, dal momento in cui sono nata al momento in cui è arrivata la mia bambina. Inoltre, aprirò una scuola di canto a Manfredonia”.
Prima della pandemia, in occasione dei suoi 25 anni di carriera, Francesca Rinaldi ha affiancato ai suoi impegni quello di divulgare l’opera presso le nuove generazioni.
Nell’arco di due anni, prima del lockdown del 2020, è riuscita così a portare a teatro ben 1700 ragazzi di scuola primaria e scuola media per uno spettacolo di Katia Ricciarelli, tratto dal libro di quest’ultima “Vi canto una storia”.
“Andavo nelle scuole, preparavo musicalmente i ragazzi parlando dell’opera, poi assegnavo a loro delle parti che potevano cantare durante lo spettacolo accompagnando i cantanti protagonisti. È stata un’esperienza totalizzante e molto significativa. Non escludo, quindi, di riprendere anche questa attività divulgativa appena le condizioni COVID lo consentiranno”.
Definita come “Una voce che può cantare senza scena né costumi, nella tua voce c’è tutto”, da Lamberto Puggelli, regista di “Un Ballo in Maschera” di Verdi al Regio di Parma, dove Francesca impersonava Amelia, la Rinaldi canta praticamente da sempre, fin da bambina, inizialmente brani di musica leggera con una breve incursione nella musica jazz.
Poi, all’età di 17 anni, si iscrive al Conservatorio Umberto Giordano, dove studia lirica e comincia a cantare come soprano.
Gli anni di studio vocale e musicale premieranno più tardi i suoi sforzi e la passione per il proprio mestiere le farà spesso superare ogni limite.
Francesca Rinaldi consegue, dunque, il diploma in canto con il massimo dei voti; si perfeziona nello studio del repertorio con Mirella Parutto, con Katia Ricciarelli all’Accademia Lirica Internazionale di Mantova, poi al Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, al Teatro dell’Opera di Roma, a Busseto con il corso sulla vocalità Verdiana tenuto da Carlo Bergonzi, con Leone Magiera, con Mirella Freni.
All’Accademia Mantovana segna l’inizio della carriera con il debutto nel ruolo di Mimì ne La Bohème di Puccini presentata a Bari.
Vince numerosi concorsi, tra i quali: “Lauri Volpi” di Latina, “Iris Adami Corradetti” di Padova, “Rosetum G. Puccini” di Milano, il “Lirico Sperimentale di Spoleto”, il “Mascagni” di Cerignola, il “Progetto Giovani” di Viareggio, la 38a edizione del concorso “Voci Verdiane” di Busseto.
“Sensibile e fiera” la definisce Piera degli Esposti, regista di Suor Angelica di Puccini per il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto. Per Leo De Berardinis, regista del Don Giovanni di Mozart al Teatro Lirico, il suo ruolo di “Donna Elvira” è ribattezzato, a sottolineare la sua personale ed esemplare interpretazione, “Donna Francesca”.
Il soprano di Manfredonia riesce poi a conquistare la critica nazionale ed internazionale cantando la prima assoluta di Perso per perso di Baggiani, Le Parole al Buio di Furlani e interpretando il ruolo del “Soprano” nello spettacolo Don Chisciotte, in scena a Torino per la regia di Henning Brochkaus.
Considerata unica la sua interpretazione nella prima assoluta dell’Opera del Santo Padre Pio, tratta dalla storia vera di grande spiritualità vissuta dal librettista Antonio Travaglio e diretta dal M° Nicola Samale, tenutasi nella cattedrale di Bari nel Dicembre 2016.
Per Francesca Rinaldi, essere donna ed essere cantante lirica sono le due facce di una stessa medaglia. “Sono nata sapendo sin da subito che avrei fatto la cantante. Non c’è dunque in me una scissione tra i due ruoli”. Solo quando ha avuto la sua bambina, confida a Statoquotidiano “ho capito che fare la mamma è sicuramente più difficile che fare la cantante”.
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