Stato Donna, 4 dicembre 2021. “Sono onorata di aver ricevuto questo ruolo per la città di Manfredonia, che è un ruolo delicato”.
Grazia Pennella commenta così la nomina ad assessora al welfare e alla parità di genere appena conferitole dal sindaco Gianni Rotice. È una scelta esterna, non rientra fra i nomi che in coalizione e al ballottaggio hanno sostenuto la vittoria del centrodestra. Gli uffici dei servizi sociali non sono per lei degli sconosciuti. Durante l’amministrazione Riccardi, ha spiegato a Stato Donna, si era già interfacciata con i problemi connessi a quest’ambito.
Per due anni e mezzo è stata commissaria della Asp Anna Rizzi, casa di cura per anziani, un incarico che viene conferito dalla Regione. Nominata dal centrosinistra, assessora in una giunta di centrodestra. È questa trasversalità politica, anche, che ha favorito la nomina, o il solo fatto di conoscere Rotice? “Certo, Rotice mi conosce, anche tramite l’università dove sono dottore di ricerca in diritto commerciale. Spero che dal punto di vista politico mi abbiano nominato perché riconoscono le mie competenze, collaboro con la facoltà di economia e di giurisprudenza di Foggia , ho competenza per quanto riguarda le aziende pubbliche che, come l’Asp”.
Anche l’età dei componenti della giunta è passata al vaglio dell’opposizione, di Prencipe. “Una giunta giovane, la più giovane nella storia di Manfredonia”, ha detto, che può essere anche una cosa positiva ma poi bisogna confrontarsi con la complessità dei problemi. “Sono avvocato dal 2004, quindi da 17 anni e non mi sembra poco, collaboro con l’università e con un’associazione di consumatori da 12 anni. Metterò a disposizione di Manfredonia la mia competenza, città cui sono legata e in cui sono tornata dopo aver vissuto a Foggia per dieci anni”.
L’associazione si chiama “Unione nazionale dei consumatori”, è l’altro canale che le ha dato accesso al tessuto sociale suo paese: “Al di là di chi viene da noi per contestare una bolletta, poi si scoprono storie di grande difficoltà e povertà, del resto questo è emerso anche nell’ambito dei servizi sociali. Quello che è balzato agli occhi sono le tante famiglie bisognose della città su cui gravano anche sfratti esecutivi, abbiamo tante richieste di reddito di cittadinanza”. Circa il settore della Parità di genere incluso nella sua delega, la cosa che le sta più a cuore, anche come avvocata che alcuni casi li ha ascoltati di persona, è “aiutare le donne vittime di violenza a riprendersi l’autonomia, con il reddito di libertà, se possibile. In tante per problemi economici non compiono scelte definitive”.
Gli obiettivi più specifici e operativi sono sono ancora da definire: “Già fra una settimana saprò essere più dettagliata”. Proporre al consiglio comunale e far decollare, per esempio, la consulta femminile – fra elette e assessore, che ne sono componenti di diritto, e il suo rapporto con il territorio- potrebbe essere un’idea: “Penso che ci muoveremo in questo senso ma adesso non sarei in grado di dirlo visto che sono appena arrivata all’assessorato”. Una cosa è certa, “bisogna saper ripartire bene i fondi europei e saperli intercettare”, con l’ausilio dei tecnici, “da delegata al welfare a me spetta di dare un orientamento politico”.
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