StatoDonna, 31 novembre 2021. “Il mio mantra è prodotti freschi e stagionali. Cucinare è un atto d’amore! Cucino sempre come se dovessi farlo per la mia famiglia: con amore e attenzione alla qualità che è pertanto la chiave di volta per rispondere a tutte le nuove esigenze dei consumatori. Cerco una forma di qualità che passa attraverso tipicità e origine. Propongo l’originalità culinaria con tranquillità per difendere la tipicità dei sapori legata al nostro territorio nel massimo rispetto verso gli stessi”.
Parola di Elisabetta Mondo, personal & temporary chef, che si è “confessata” a StatoDonna.it
SD: Esiste un concetto che riassume la tua idea di cucina italiana?
EM: La cucina Italiana è tradizione, cultura, studio, sperimentazione e ricerca.
Nasce dalle radici di ogni territorio, si trasforma e si evolve per creare nuove emozionalita’.
SD: Tradizione pugliese e sushi : quanto il rispetto della prima è importante nella tua filosofia di cucina?
EM: Ho sempre sognato di far emozionare un cliente, un amico e chiunque sieda alla mia tavola, con sapori nuovi riconducibili alla mia terra, la Puglia. Nel piatto cerco equilibrio, bontà e riconoscibilità. Con riconoscibilità equivale a dire che i sapori arrivano diretti in tavola senza essere interpretati o raccontati ossessivamente.
Tradizionalista si, ma multiculturale! Amo mixare le ricette straniere con le mie: un fusion pugliese; un viaggio tra le culture culinarie del mondo da assaggiare almeno una volta nella vita restando comodamente seduti a tavola.
Il mio sushi pugliese è nato così: ho iniziato a prepararlo nel 2010, per necessità in quanto non esistevano ristoranti sushi nelle vicinanze. Mi piaceva molto l’idea di questi “bocconcini” di pesce e riso ma volevo sentirci sempre un po’ della mia terra in ogni assaggio.
Il primo uramaki pugliese che ho realizzato è stato con polpo, favetta e cime di rapa.. mi è piaciuta così tanto l’idea che non mi sono più fermata!
SD: Ci sono degli ingredienti o delle tecniche di cucina che la Chef Elisabetta Mondo utilizza più spesso?
EM: Le mandorle mi riportano alla mia infanzia, quando si andava al mare e si raccoglievano le mandorle fresche dagli alberi. Le nostre radici culinarie sono ciò che ci caratterizza nel mondo e che , fa sì che il mondo si ricordi di noi.
Quello che sto scoprendo percorrendo questa strada è che c’è tanto studio dietro tutto ciò che si propone in un piatto. La ricetta prende vita miscelando pomodori, freschi o secchi, burrata, ricotta, rucola, cozze, cime di rapa e volendo riproporre una versione pugliese del sushi.
SD: Se potessi invitare a cena quattro ospiti del passato chi sederebbe al tuo tavolo?
EM: Charlie Chaplin, Isaac Newton, Frida Kahlo, Alda Merini
SD: Un libro (di cucina) che tutti dovrebbero leggere
EM: Un Must è senza dubbio “L’arte della cucina moderna” di Henri-Paul Pellaprat.
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