“Due donne candidate a sindaco sono l’inizio di una rivoluzione”

StatoDonna, 24 novembre 2021. È tornata temporaneamente a Cosenza per una pausa post-elettorale, “Mi dovevo un po’ riprendere”, dice sospirando.

Sei più tranquilla, adesso?

Certo, lo sono sempre stata.

(Giulia Fresca, candidata sindaca di Manfredonia, eletta consigliera comunale sostenuta dalle liste Agiamo, Manfredonia Nuova e Sipontum, risponde alla domanda come se si facesse riferimento alle polemiche da campagna elettorale).

Chiedevo se eri più tranquilla dopo i frenetici giorni prima del voto e del ballottaggio

Sono affaccendata per la preparazione dell’evento del 12 dicembre a Manfredonia, ci sarà il procuratore Gratteri che presenta il suo libro e sarà mio ospite al teatro. Sto concordando l’organizzazione. Prima parteciperò a un’iniziativa nella giornata sulla violenza contro le donne, poi andrò ad Altamura e successivamente a Milano, terrò lezioni di Pnrr e di fondi sulla mobilità sostenibile nella scuola di alta formazione politica. In platea ci saranno molti amministratori pubblici, una grande soddisfazione essere stata chiamata.

A Rotice sui fondi del Pnnr quale consiglio daresti?

Non sono io che devo dare consigli, le linee strategiche le dà il sindaco. Ora c’è l’entusiasmo, la suggestione, la fascia, dice che sarà il sindaco di tutti, vediamo se lo sarà quando si entrerà nel merito, mettendo da parte il suo essere imprenditore.

L’ingegnere Giulia Fresca, già candidata a sindaco per il Comune di Manfredonia

Non vuoi anticipare nemmeno un suggerimento?

Bisogna avere una squadra di persone, competenti ma in Italia è un concetto non ben compreso. Competenza non significa “conoscenza” o “esperienza”, ma riferimenti a esperienze specifiche e certificate, un sindaco deve sapere a chi affidare il futuro della città, non può farlo la tecnostruttura.

Nemmeno affiancata da una task force?

Si devono fare i concorsi per le nuove figure e quella del project manager, fra l’altro, esiste già. Bisogna progettare, deve esserci una competizione di progettualità che sono finalizzate a riqualificare e rigenerare la città. Se ci fosse un’altra ondata di Covid, e si parla di quarta, i bambini dovrebbero, per esempio, poter andare al parco giochi con due altalene distanziate.

E con l’onorevole Tasso come procederà in futuro?

La coalizione “P.E.R. la città” nata per le Amministrative 2021 di Manfredonia si è sciolta, naturalmente le coalizioni sono funzionali alle stesse elezioni. Sono stati fatti dei passi a mia insaputa con alcuni tentativi bipartisan di apparentamento. Io sono e sarò coerentemente all’opposizione. L’onorevole Tasso pensa al suo futuro politico e ha configurato una campagna elettorale che avesse un risultato spendibile ai fini politici.

Come ti ha scoperta Tasso?

Sono amica da molti anni di Italo Magno, con cui ho un rapporto quasi paterno, e di sua moglie Rosanna, una guerriera. Tasso l’ho conosciuto nell’agosto 2021, si sarebbe candidato a sindaco, poi c’è stato l’accordo per candidare me.

Due donne candidate a sindaco ed elette in consiglio comunale, meglio di quello che hanno fatto in altre province, con uno schieramento di candidati uomini alla prima carica

È un inizio di rivoluzione, un clima di riscossa che non deve essere perduto e io mi spenderò per questo. Non è che bisogna stare al governo per accedere ai fondi, si possono supportare aziende, attività imprenditoriali, anche femminili, dall’ opposizione. Manfredonia deve diventare un laboratorio politico-sociale. Oggi a Manfredonia tutti parlano di politica.

Sei fiduciosa?

Sì. In ogni modo, non ho appoggiato Rotice al ballottaggio, e questo è chiaro. Penso che Manfredonia sia una città che ha voglia di riscatto, c’è una sottaciuta voglia di ribellarsi ma le elezioni sono arrivate all’improvviso.

Non si votava da 2 anni…

Sì ma la città non era preparata, pensava che il voto sarebbe slittato ancora a causa della pandemia, forse. Era preparato solo Rotice.

L’ingegnere Giulia Fresca, già candidata a sindaco per il Comune di Manfredonia

Sei delusa del tuo risultato?

Sono soddisfatta di com’è andata, ma non pensavo che avrei avuto certi attacchi personali per il fatto che non sono di Manfredonia. Tuttavia il voto disgiunto mi ha premiata, mi aspettavo di più dalle liste, non c’è stato l’effetto trascinamento, le ho trainate io le liste. Però ho visto che al ballottaggio molti mi venivano a chiedere chi votare e le donne, che in genere si lasciano condizionare nel voto dai mariti, li hanno convinti. Donne che mi hanno riconosciuto competenza e una certa umiltà.

Che campagna elettorale è stata?

Sui generis, fuori dai toni, fuori dai sensi. Sono stata attaccata per non essere di Manfredonia, ci sono nata, è sempre stata il mio punto di riferimento.

Perché?

È il senso della nascita in un luogo in cui sono sempre tornata. Sono figlia di emigranti, di origini lucano-calabre, ho vissuto in Russia, in Algeria, in Sardegna, da 32 anni vivo a Cosenza.

Come leggi il mondo dopo essere stata tanto in giro?

Arrivi in un posto che non conosci affatto e ti devi porre il problema di come vivono loro. Ho lavorato in Oman, erano 371 uomini e io unica donna dell’azienda, dovevo stare nel cantiere, capire immediatamente la loro realtà. E questo lo devi fare a maggior ragione laddove sei nata, e io sono orgogliosa di essere nata qui, bisogna trovare l’approccio per farsi accettare. Io non sono una gradassa, né una che vuole conquistatore. Quando da piccola arrivai in un villaggio in Algeria, un giorno bussò un bambino alla porta e mi disse: “Ciao, io sono Stefano”. Rimasi molto colpita, si tratta di socializzare in posti nuovi.

Vuoi dire che è più facile in Algeria che a Manfredonia?

Ho notato una sorta di retaggio, non so se è questo. Conoscevo una Manfredonia aperta, invece a volte è come una città di montagna che è arroccata. Io so che il mare unisce, è disponibile alla contaminazione. Ho trovato le donne più aperte degli uomini, con più voglia di confrontarsi. La donna socialmente non è molto valorizzata, ci sono molte diplomate e laureate che non lavorano, ho avuto modo di conoscere varie realtà in questi mesi.

Ingegnere, di cosa ti stai occupando in questo periodo?

Della messa in sicurezza di alcuni suoli. Nasco come ingegnere meccanico, sono un libero professionista e mi occupo tra l’altro di euro – progettazione. Sono stata consulente della D.d.a. in Calabria per reati ambientali.

Della tua campagna elettorale cosa cambieresti?

Starei più vicina alle persone, meno spettacoli di piazza e più discussione, più confronto sulle problematiche. C’è comunque attesa per portare avanti una minoranza fondamentale nella rappresentanza della comunità che, in base all’esito del voto, rappresenta la maggioranza dei cittadini.

Paola Lucino, 24 novembre 2021

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