Donne vittime una seconda volta nel racconto (errato) dell’informazione

Stato Donna, 20 novembre 2021. È prossimo il 25 novembre data in cui si celebra la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne. Istituita dalla Assemblea Generale delle Nazioni Unite con risoluzione n. 54/134 del 17 dicembre 1999 la giornata ha lo scopo di sollecitare i governi, le organizzazioni internazionali, le  ONG ad attivarsi per la risoluzione del problema ed  a svolgere attivita’ ed iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione violenza  sulle donne.

Anche il Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Foggia che presiedo ha inteso dare alla ricorrenza il suo contributo ed ha organizzato, per il giorno 29.11.2021, un webinar dal titolo “La Convenzione Internazionale di Istanbul – Focus su violenza di genere e mass media”.

La violenza sulle donne è un  triste fenomeno che appartiene a tutte le aree geografiche del mondo  ed eè  coniugato in tantissime accezioni quali i femminicidi, le violenze domestiche, le spose bambine, i matrimoni forzati, la tratta, le mutilazioni genitali femminili, gli stupri di guerra, ecc. È un fenomeno radicato nei popoli che lo attuano e lo giustificano con credenze religiose, con ragioni sociali, politiche, economiche arrivando a negare alla donna  non solo la libertà di azione e di pensiero ma persino il nome,  l’identità e la vita.

 

Bisogna lavorare sulla cultura per attuare un cambiamento e, pertanto, crediamo che parlarne, confrontarsi, arricchire le conoscenze, anche attraverso eventi come il webinar da noi organizzato, possa a cio’ servire. Ci è sembrato giusto e doveroso  in questo 25 novembre 2021 dare rilievo al decennale della Convenzione di Istanbul, pietra miliare al contrasto della violenza di genere. È un trattato internazionale approvato dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 7 aprile 2011 ed è “il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza“. È  incentrato su quattro grandi pilastri quali la prevenzione dalla violenza domestica,  la protezione ed il sostegno alle vittime, la punizione dei trasgressori e l’incremento delle politiche integrate. In  Italia, la Camera dei Deputati, l’ha ratificato, all’unanimità, il 28 maggio 2013 e, sempre all’unanimità, il Senato ha convertito il testo in legge il 19 giugno 2013. Dall’ingresso della Convenzione nel nostro sistema legislativo sono scaturite importanti leggi come quella c.d. contro i femminicidi  nel 2013 ed il c.d. Codice Rosso nel 2019.

 

Il tema che abbiamo voluto  affrontare nel webinar è quello della comunicazione a cui pure la Convenzione di Istanbul fa cenno all’art. 17. Viviamo in un mondo in cui le notizie viaggiano a velocità elevatissima  su televisione, carta stampata, telefonia, internet,  social. Le parole che si adoperano spesso sono inappropriate alla narrazione di un fatto di cronaca violento sulle donne, tradiscono stereotipi e  pregiudizi.

In pasto ai lettori spesso vengono dati particolari intimi e scabrosi della vicenda che nulla aggiungono alla notizia ma che, purtroppo, danneggiano ulteriormente la vittima, già pesantemente esposta alla narrazione ed alla rievocazione di un evento fortemente traumatico e difficile da  rielaborare e superare.  È come  infliggere la violenza una seconda volta.

 

L’art. 17 della Convenzione di Istanbul raccomanda agli stati aderenti di incoraggiare  il settore della informazione, della comunicazione e dei mass media, nel rispetto della loro liberta’ ed espressione di pensiero, a partecipare alla elaborazione ed attuazione di politiche e linee guida per prevenire la violenza sulle donne e rafforzare il rispetto della loro dignita’. Una collaborazione importante stante l’indiscusso potere della informazione di veicolare messaggi in breve tempo ad una grande quantita’ di individui e di influire sul pensiero comune.

Ida Di Masso

I Comitati Pari Opportunità forensi hanno dato grande attenzione al problema della violenza sulle donne e moltissimi sono stati, in questi anni, le manifestazioni, gli eventi le iniziative volte al contrasto ed alla sensibilizzazione sul tema. L’Avvocatura svolge un compito professionale ma anche  un alto compito sociale e culturale. L’Avvocato o l’Avvocata che  assiste una donna che ha subito violenza, oltre a dover avere una preparazione professionale, deve possederne una specifica ed  una sensibilità che porti all’approcio con la vittima in modo giusto e corretto. Deve avere una  attitudine alla multisciplinarietà e lavorare con altri esperti che intervengono in questi casi quali il medico, lo psicologo, le forze dell’ordine, gli organi inquirenti. Tutte  professionalità chiamate a fare  necessariamente rete per la gestione del caso.

Deve avere, poi, una visione a trecentosessanta gradi e proiettata nel futuro poiché anche dalla sua opera dipenderà il futuro di quella donna, spesso dei suoi figli e degli altri componenti la famiglia. Un compito alto ed imprescindibile e sul quale intendiamo richiamare la attenzione. Dovrà, inoltre avere rispetto delle norme che disciplinano i rapporti con la stampa e gli organi di informazione così come previsto dal nostro Codice Deontologico.

 

Stante il perdurare della pandemia abbiamo scelto di fare un webinar che ha ricevuto il patrocinio del Consiglio Nazionale Forense, del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Foggia, di GIULIA Giornaliste, dell’ADGI Sez. di Foggia, dell’Osservatorio Giulia e Rossella – Centro Antiviolenza e dell’Unione degli Avvocati di Manfredonia.

Della Convenzione di Istanbul  parlerà l’Avv.ta Laura Pasquino, Vice Presidente dell’Osservatorio Giulia e Rossella  – Centro Antiviolenza, della comunicazione e violenza di genere  parlera’ la Dottoressa Silvia Garambois, Presidente della Associazione Giulia – Giornaliste Unite, Libere ed Autonome mentre l’Avv.ta Carolina Rita Scarano, Consigliera del Consiglio Nazionale Forense,  parlerà dei rapporti degli avvocati con gli organi di informazione  nei casi di violenza di genere e delle relative norme deontologiche . Io modererò il webinar e per la parte tecnica sarò affiancata dai Colleghi del Cinfor, Centro Informazione Foresense, Nicola Fabiano e Diego Petroni.

A cura di Ida Anna Di Masso, Presidente Comitato Pari Opportunità (Ordine degli Avvocati di Foggia)

Redazione

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