“Libere di scegliere”, donne che si ribellano alle logiche mafiose
StatoDonna, 11 novembre 2021. Nasce a Bari la prima fondazione, tra le regioni italiane, di antimafia sociale. È dedicata a Stefano Fumarulo, il dirigente regionale prematuramente scomparso che è stato un grande promotore e innovatore di queste politiche.
Nel corso dell’evento svoltosi alla fiera del Levante sono state anche illustrate le linee guida della fondazione e Marialuisa Pantaleo Fumarulo, madre di Stefano (nella foto di copertina con Don Ciotti) ha presentato il volume “In memoriam degli eroi – Il trionfo della vita” dedicato alla memoria delle vittime innocenti di mafia pugliesi corredato dalle immagini dell’artista Clara De Cristo.
È stato anche sottoscritto da parte della Regione il protocollo “Liberi di scegliere”, promosso dall’associazione Libera, per la realizzazione di una rete sociale a tutela dei minori nei contesti di criminalità organizzata.
“È molto importante quello che sta avvenendo in questa regione e mi auguro che altre regioni si muovano in tal senso – ha detto Don Luigi Ciotti – Mi fa piacere essere qui per ricordare un amico, Stefano, un ragazzo fortemente impegnato anche con Libera in Messico, in questa regione a cui è dedicata la Fondazione, e per firmare il protocollo sul progetto “Liberi di scegliere”. Sono queste donne che si stanno ribellando alle organizzazioni criminali e mafiose, che dicono basta con quei codici, in parte per amore viscerale verso i figli, in parte anche perché sono stanche di essere rese schiave di certi meccanismi, perché la mafia ha confiscato parte della loro vita e ha confiscato anche i loro figli”.
“Questo progetto, “Liberi dì scegliere” – ha continuato don Ciotti”- con i magistrati del minorile e con molte procure, è la vera rivoluzione degli ultimi anni, è un cuneo che sta spaccando da dentro le organizzazioni criminali. Ancora una volta le donne sono grandi protagoniste, dicono basta. Stiamo lottando per trovare un sistema legislativo che le possa tutelare, perché loro le ricercano, ordinano magari di ammazzarle, vogliono riprendersi i bambini, e allora bisogna creare le condizioni. Molte non sono collaboratrici, non hanno commesso nulla, non sono neppure sufficientemente testimoni, ma vogliono rompere con quei contesti. Firmare oggi questo protocollo, con chi di dovere per sostenere questo progetto, mi sembra una cosa di grande importanza e di grande valore”.
L’ obiettivo del protocollo firmato è formare una rete di supporto (educativa, psicologica, logistica, scolastica, economica e lavorativa), nei contesti di criminalità organizzata del territorio regionale, ai minori ed ai nuclei familiari destinatari dei provvedimenti giudiziari del Tribunale per i Minorenni di Bari, al fine di garantire concrete alternative di vita. E fornire una rete adeguata di supporto ai minori e agli adulti di riferimento che, autori o vittime di reati, desiderino affrancarsi dalle logiche criminali, senza assumere lo status di testimone o collaboratore di giustizia.