Molestatore telefonico finto ginecologo, su Instagram le segnalazioni
Stato Donna, 4 novembre 2021. Il tam-tam corre veloce di social in social. Ne veniamo anche noi a conoscenza da Twitter e decidiamo di andare a fondo. Trovando altri riscontri su Instagram e su alcune testate locali. Da giorni, forse da mesi, uno sconosciuto chiama con numero anonimo alcune donne, anche giovanissime, spacciandosi per il loro ginecologo o come un collega a lui vicino, parlando espressamente e con piena conoscenza delle patologie da cui quelle stesse donne sono affette.
Chiaro e diffuso lo stupore delle vittime, che vengono poi incalzate da domande sempre più particolareggiate, intime, viscide, fino alla proposta di scaricare apposite App per poter effettuare una visita in videochiamata, con invito alle vittime a spogliarsi e a mostrare il proprio intimo. Le chiamate vengono effettuate sui numeri personali o dei luoghi di lavoro e l’autore snocciola con dovizia di particolari ogni altro elemento, dallo status familiare alla condizione lavorativa delle stesse donne, utile a favorire nelle vittime il convincimento della veridicità della sua chiamata.
Tutto ciò sembra avvenire principalmente in Puglia, specie nel leccese, ma ci sarebbero anche altre testimonianze provenienti da Lombardia, Calabria e Lazio. Le vittime sono tutte donne con precedenti visite o patologie ginecologiche o semplici pazienti sottopostesi a Pap test o analisi del sangue. Dalle poche informazioni raccolte sinora, appare certo che il molestatore abbia avuto accesso, diretto o mediato, a dati e informazioni super sensibili quali cartelle mediche e sanitarie. Ma questa non è neppure la cosa più grave considerando che non tutte le vittime hanno avuto la prontezza di cogliere il tentato inganno e sbattere il telefono in faccia al molestatore.
Alcune sono rimaste terrorizzate dal sentir parlare dell’aggravarsi delle loro patologie, altre hanno scambiato i propri, ulteriori, dati personali, altre ancora, giovanissime, hanno evitato la chiamata video solo grazie all’intervento dei genitori, nel frattempo interpellati. E chissà quante altre possano aver subito fino in fondo le angherie dell’uomo.
Ad ora molte vittime che hanno segnalato anonimamente sui social quanto accaduto non hanno denunciato, alcune di loro raccontano di una certa ritrosia da parte delle forze dell’ordine a raccogliere la denuncia difettando minacce di morte et similia, molte hanno già sporto denuncia. Ma molte altre, di sicuro, avranno paura, o imbarazzo, a venire allo scoperto. Proprio per questo c’è già qualcuno che si è attivato per offrire loro supporto. Come sta facendo il profilo Instagram @noemidevitis, impegnato a raccogliere tutte le segnalazioni e coordinare le vittime con la collaborazione di avvocati, giornalisti e forze dell’ordine per procedere al più presto a sporgere le denunce necessarie al fine di identificare e fermare il responsabile e gli eventuali suoi complici per poi risalire alla falla nel sistema che non ha, evidentemente, tutelato i dati sensibili delle ignare vittime.
Vi invitiamo, se direttamente coinvolte o se a conoscenza di altre vittime, a segnalare e sporgere denuncia quanto prima. A tutela vostra e di tutta la comunità femminile.