Fuoco di sera (II). Io ero in balìa di me stessa e non lo avrei mai fermato…

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foto: alfemminile.com

Stato Donna, 2 novembre 2021.  Accettai subito. In ogni passo che facevo tutto dentro di me aumentava in modo esponenziale. Facevo non poca difficoltà a trattenermi. Volevo che mi desiderasse; volevo farlo bruciare come stava succedendo a me. Sentivo un calore in tutto il corpo che annullava la mia ragione e dava solamente spazio al desiderio.

Ci accomodammo e finalmente mi posò la mano sul ginocchio. Avevo le gambe incrociate e la sua mano in quel momento mi fece tremare. Lui accarezzava avanti e indietro fino ad osare. Con tocco delicato ma deciso salì fino a sopra il ginocchio. L’unica cosa adesso che ci divideva era il silenzio. I nostri occhi erano ormai polo d’attrazione per entrambi.

Presa dalla voglia di averlo ma ancora con uno spiraglio di razionalità, fermai la sua mano con la mia. Poi incrociammo le dita. Stavamo continuando a fare l’amore senza esserci tolti nulla. Questo mi eccitava in un modo del tutto irrefrenabile. Io ormai travolta da lui. E questo lo aveva ben capito; come io avevo capito che lui era ormai cotto dal desiderio di avermi.

Si avvicinò lentamente e io non feci nulla per fermarlo perché non volevo. Anzi, volevo che osasse perché finalmente, in maniera del tutto libera, stavo prendendo ciò che volevo. Le nostre labbra erano a un soffio dal toccarsi. Ci guardavamo intensamente e poi ci fu quel piccolo, leggero bacio. Il primo, il più semplice. Ma non era altro che un preludio che pochi attimi dopo avrebbe lasciato il posto alla piena passione. I baci erano diventati intensi, a volte facevano male per la sete che avevamo l’uno dell’altra. La sua mano riprese a salire fino a fermarsi sotto il mio vestito e io lo abbracciai, mettendo la mano dietro la schiena, sotto la camicia, per toccare la sua pelle. Io ero in balìa di me stessa e non lo avrei mai fermato. Mi accarezzò il collo e poi scese giù, misurando col suo tocco tutte le mie curve fino a stringere la mia schiena con il suo braccio.

Volevo fare l’amore con lui; e lui con me. Ma mi fermai; volevo tenerlo sulle spine. Cercai di riprendermi; ero frastornata a causa dell’intensità del momento. Sorridemmo senza motivo apparente ma dietro quella leggera risata c’era un motivo ed entrambi lo conoscevamo. Il fatto di non poter osare troppo per via del luogo in cui ci trovavamo mi piaceva molto. Dovevamo rubare attimi al tempo, trasgredire ma non oltrepassando l’etica. Era come avere un rasoio alla gola. Ma questa situazione a me piaceva moltissimo. Da donna, ero stanca della solita e scontata auto come luogo per avere anche un minimo approccio.

Invece, in quel modo, tutto aveva più sapore. Sapevo che da lì a poco tempo avremmo fatto l’amore. ma stavamo alzando il livello, potandolo al massimo dell’eccitazione e della voglia. Mi prese la mano e mi invitò a seguirlo. Percorremmo tutto il viale per poi fermarci in prossimità del mare. Eravamo sulla sabbia, incuranti di niente e di nessuno.

L’illuminazione in quella zona era pressoché minima. Il buio ci faceva da mantello per nasconderci dal resto della gente. E lì di nuovo, la sua mano scivolò giù dalla mia schiena. Sentivo il suo tocco fino a dentro la mia carne. In quel momento lo baciai di nuovo come se fosse ancora la prima volta; con lo stesso desiderio di prima. Volevo portare il suo desiderio al massimo. E insieme al suo anche il mio. Ero esattamente là, dove volevo essere. Libera di essere me stessa e mi stavo esprimendo in tutta la mia libertà. Poi mi fece voltare. Ero di spalle e lui dietro di me. Le sue mani accarezzavano da sotto a sopra i miei fianchi. E le mie accarezzavano le sue gambe.

Sapevo di avere libero accesso a tutto il suo corpo ma mi piaceva troppo sentirlo dietro di me. Era come se avessi uno scudo a proteggermi. Voltai il capo verso di lui e ripresi a baciarlo. Le sue mani presero le mie fino ad abbracciarmi totalmente. Sentivo ogni suo cambiamento fisico. E io lo stuzzicai ancora di più. Alzai la gamba e col polpaccio accarezzai la sua. Nei suoi occhi sembrava esserci un fuoco ardente che nulla avrebbe spento. Stavamo facendo l’amore con l’anima, vestiti, ma liberi come non mai.

Non sapevo quanto e se sarebbe durata la cosa ma fu bellissimo perché anche se sapevo che in seguito avremmo unito i nostri corpi, nulla sarebbe avvenuto di più bello che fare l’amore con le nostre anime. (II – Fine)

 La Fenice, 2 novembre 2021