“Al passato si torna da lontano”

StatoQuotidiano.it, Manfredonia 02 novembre 2021. La storia di ogni famiglia parte dai propri genitori e arriva ai nonni e ai bisnonni per poi tornare a noi. Comprendere le radici del passato, riconduce di fatto a capire se stessi. Lo apprendo da “Al passato si torna da lontano“, attraverso la storia di alcuni dei nostri eroici nonni , quelli che hanno fatto la guerra e che i fucili li hanno imbracciati loro malgrado.

Ho mostrato questo libro a mio nonno, gli ho detto: Guarda! Sulla copertina verde due donne piegano un lenzuolo in un prato, come si faceva una volta.

Vorrei leggerti questo libro. Quanti ricordi potresti evocare e quante storie potresti aggiungere. Noi, non ci siamo riusciti a mettere su carta i tuoi racconti di vita, ma qualcuno lo ha fatto e ci ha scritto dei libri, non sono i tuoi ricordi certo ma quelli di una generazione come la tua che ha visto il pane marcire e mangiarlo per fame, ha messo i piedi nella neve russa e ha perso una gamba, è tornato dalla guerra e ha sposato la sua donna, come hai fatto tu.

Si chiama Claudio Panzavolta, e il suo modo di raccontare gli anni della tua gioventù mi hanno incuriosita. Racconta di Anita, che oggi è una nonna, ma nelle prime pagine del libro è una bambina che raccoglie striscioline di carta stagnola lasciate cadere da un cacciabombardiere per confondere i radar nemici durante i giri di perlustrazione.

Era il 1943 e i bombardamenti finivano anche sui civili. Anita aveva una sorella, Edda. Un giorno sono arrivati i fascisti e le hanno fucilato la madre, Teresa, perché proteggeva suo zio partigiano, fucilato a sua volta. Lo nascondeva sotto una botola in casa, dopo averlo curato per una ferita da arma da fuoco, al torace. Il padre di Anita nel frattempo era in guerra, come te. La zia Ada si prese cura delle nipoti e quando Armando non ricevette più lettere da Teresa, cominciò a capire che forse era successo qualcosa. Tornando dalla Germania, con una bici, infangato e fradicio, apprende la notizia che sua moglie e stata uccisa.

Ada, sua cognata con il tempo diventa la sua compagna di vita. Sai perché è interessante leggere questo libro? Perché l’autore riesce, attraverso i ricordi spezzati di Anita, attraverso le fotografie, quelle in bianco e nero, attraverso ritagli di giornale e notizie televisive dell’epoca, a ricostruire un ventennio che va dal 1943 al 1963.

Allo stesso tempo racconta la storia della sua famiglia. Sono ricordi di vita quotidiana ma anche della storia di molti uomini che come te hanno costruito la nostra storia, la mia storia. Anche tu hai nei tuoi album delle foto che assumono significato solo se unite ad un ricordo storico. Guarda queste foto, Anita e Renzo suo marito sono andati a Leningrado, in viaggio di nozze.

Tu invece ci sei stato in guerra e sei tornato dalla Russia a piedi, come Armando è tornato in bici. Sei stato protetto da una famiglia russa, durante la guerra, nascosto ai tedeschi che ti cercavano, come lo zio di Anita. Il resto del libro te lo racconto la prossima volta. Per il momento grazie nonno, non dimentico la tua tempra, la tua determinatezza nell’educazione a tavola, nel dare valore ad ogni cosa senza spreco, nei valori della famiglia e del rispetto. Aspetta, ti faccio ascoltare anche un po’ di musica, è jazz. E’ Miles Davis, esatto, quello scuro con la tromba.

Sì, si parla anche di jazz, quante volte avrai ballato il jazz? Facciamo così, ti lascio il libro, lo sfogli, lo guardi, e poi torno a riprenderlo. Così non ti sentirai solo, questo marmo è freddo e tutti questi fiori puzzano. Meglio il mio libro. Ciao nonno, ci vediamo lassù.

a cura di Sefora Papagna, Manfredonia.

Sefora Papagna

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