Secondo l’OMS, il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC di Atlanta – Usa) e il nostro Istituto Superiore di Sanità, i casi di autismo sono infatti più che raddoppiati negli ultimi 12 anni. Si è passati da un’incidenza di 6,7 nuovi nati ogni 1.000 bambini nel 1997 a oltre 14,6 nuovi casi ogni 1.000 nel 2004. Il che significa 1 bambino ogni 58. Ad oggi, per deduzione, si immagina siano quasi 60 milioni le persone autistiche nel mondo. Un numero persino maggiore della popolazione italiana. Da qui l’esigenza, nata da un’associazione di genitori di bambini e ragazzi con autismo – che porta avanti il Progetto iDO con il sostegno di Fondazione con il Sud – di incentivare la formazione, la ricerca e i servizi all’autismo nel territorio della provincia di Foggia.
“Io Faccio Futuro” è, infatti, il primo caso di spin off che vede nella compagine sociale genitori e famiglie. Lo spin off contribuirà a raggiungere uno degli obiettivi del progetto iDO che è quello di formare bambini con problematiche psicosensoriali per donare loro competenze utilizzabili nel mondo del lavoro da adulti, migliorando la loro autonomia e il loro inserimento nella società. E lo farà attraverso laboratori di innovazione sociale e tecnologica, con particolare riferimento alla domotica, all’informatica, alla tecnologia e all’economia circolare.
L’Ateneo foggiano, attraverso lo spin off universitario, metterà in campo iniziative a elevato contenuto innovativo, sostenendo il progetto iDO e creando una serie di servizi a supporto di persone con autismo. I professori che hanno lavorato al progetto e che continueranno a far parte dello spin off sono Ezio Del Gottardo, docente di Didattica e Pedagogia Speciale presso il Dipartimento di Studi Umanistici, Lettere, Beni Culturali, Scienze della Formazione; Grazia Terrone e Maria Concetta Rossiello, rispettivamente docente di Psicologia Dinamica e di Didattica e Pedagogia Speciale presso il Dipartimento di Economia, Management e Territorio dell’Ateneo foggiano. Ad affiancarli c’è anche un board scientifico costituito da esperti. Il capitale sociale dello spin off, pari a 10mila euro, vede al 3,3% ciascuno dei tre docenti, al 10% l’Unifg, al 52,1% l’associazione iFun e al 28% la cooperativa sociale Ghenos.
«L’Università diventa collettore di esigenze molto sentite sul territorio e lo fa con uno spin off che rafforzerà l’interazione tra presa in carico, ricerca e formazione, con l’obiettivo di garantire il migliore sviluppo possibile del welfare», ha affermato Antonio Stasi, delegato rettorale all’innovazione sociale.
Soddisfatti ed entusiasti della costituzione dello spin off i genitori di iFun, da sempre impegnati in prima linea per l’autismo, che hanno dichiarato: «Non smetteremo mai di costruire nuovi orizzonti per i nostri figli e per tutti i bambini e i ragazzi con problematiche psicosensoriali. Siamo convinti che insieme all’Università riusciremo a innovare i servizi e ad elevare il livello formativo dell’intera comunità che ruota intorno all’autismo, garantendo così un futuro migliore».
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