“Tessere Daune”, quando la propria terra è il miglior luogo per fare rete

Stato Donna, 13 ottobre 2021. “Ogni associazione ha una parola chiave, la nostra è ‘fare rete’”. Così si presenta “Tessere daune”, un progetto di cooperazione ed empowerment al femminile che unisce 11 imprenditrici della Daunia.

“Ogni giorno portiamo avanti con convinzione, passione e tecnica le nostre 8 aziende nei comuni di San Severo, Poggio Imperiale, Serracapriola, Torremaggiore, Apricena, Chieuti e San Paolo di Civitate”, fanno sapere di sé le donne protagoniste.

Questa rete di conoscenze e relazioni è nata grazie ai finanziamenti del Gal Daunia Rurale 2020 e verrà presentata domani 14 ottobre presso il Museo Mat di San Severo. Di seguito qualche anticipazione sui legami con la loro terra e tradizioni: “Otto aziende e undici donne, siamo qui orgogliosamente rimaste ad abitare i sette paesi della Daunia, sette borghi ricchi di una storia antica incastonati come gemme preziose in un soffice tessuto la cui trama è fatta di terreno fertile, generoso di frutti e di calde tradizioni popolati. Una forte attrazione, un richiamo profondo che non ha voluto lasciarci andare via. La terra, in fondo, è così, è fatta di polvere e sassi ma a noi è sembrato il luogo ideale ad accogliere i nostri progetti che hanno radici profonde”.

Mio Padre è un Albero, Spazio OFF, Teatro Cucina, Podere Serraglio, Sovita, Verde è Rubino, Spazio Ripoli, Mania creativa – merceria&hobbistica, Ekosté agrocosmetica sono i nomi delle 8 aziende partecipanti. Sui social sono in corso di presentazione le caratteristiche di ognuna con la precisazione che  la rete permetterà a tutti di conoscere non solo le aziende che hanno reso possibile questo progetto ma anche i luoghi e la storia di ognuno dei sette comuni della Daunia. A maggio scorso “Tessere Daune” è stata protagonista alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano. Lidia Antonacci, capofila del progetto beneficiario del finanziamento, ha partecipato al Bit Talk “Le community femminili come forza motrice per la promozione dei territori”. Tutto questo mentre la rete femminile stava ancora nascendo.

 

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