Stato Donna, Ottobre 2021. Apparentemente nulla distingue il Sea Garden Club dagli altri villaggi turistici, sulla strada che subito dopo Vieste conduce a Peschici. Una delicata insegna con le quattro stelle appare all’improvviso. Entri e ti immergi in un crocicchio di stradine asfaltate, costellate da ulivi e alberi e piante di ogni tipo, con bungalow di varia capienza nella loro essenziale e funzionale semplicità. E respiri subito l’aria di una grande tranquillità.
Per me il mare come allontanamento è da un po’ di tempo questo luogo, sereno, frequentato da gente della classe media; adulti, giovani e molti bambini, che trovano il loro spazio grazie alle squadre di animatori che ho imparato a vedere lavorare in tanti anni.
Giovani, con un sorriso gentile, con il senso forte del lavoro, in giornate molto lunghe come sono quelle delle vacanze. In grado di esercitare una influenza benefica sui bambini di varie età. E ogni settimana, dopo il primo incontro, per magia, sul piccolo palcoscenico individuato fra le piscine e abbellito da luci e strumenti vari, i bambini trovano la loro speciale vacanza, fatta di danze, movimenti del corpo, canti, balli, giochi. In un sano equilibrio fra regole e giochi, essi imparano a comprendere, senza neanche il bisogno delle parole, la bellezza delle regole condivise con cui realizzano l’armonia di una performazione. Loro non sanno che tutto questo li sta formando nella maniera perfetta.
Come in ogni luogo di vacanza, nella piazzetta, che qui si affaccia su tre piscine, c’è un fornitissimo bar e un ristorante. Lo scorso anno un cameriere attrasse la nostra attenzione. Serviva al bar e al ristorante. Nel corso di una bella chiacchierata ci trovammo a parlare del professor Giovanni Cipriani, docente della cattedra di Latino, e dell’Università di Foggia: quel ragazzo aveva studiato e si era laureato presso la nostra Unifg.
Sperava di insegnare e intanto aiutava la sua famiglia, che aveva la gestione, ottima, della ristorazione. E sorridevo, io insegnante al primo anno di pensionamento con tratti di insopprimibile malinconia, al pensiero di come la laurea in discipline letterarie sia molto più presente nella vita dei nostri ragazzi di quanto si pensi. E di quanti giovani professionisti prenderanno il nostro posto. Arriviamo al villaggio anche il 31 luglio di questo secondo anno di pandemia, con tutte le carte in regola per evitare ogni possibilità di contagio.
Il secondo giorno un giovane saluta me e mio marito: Buongiorno, ben tornati! Come state? Non posso fingere di ricordare. “Chi sei?” gli chiedo. “Ha ragione, non può ricordare ma ho appena salutato vostro figlio e l’ho riconosciuta, signora”. “Mi dici il tuo nome?”. “Sono Nicola”. Lo ringrazio e gli chiedo perdono per aver dimenticato il suo volto.
Poi ricordo: la conversazione su Cipriani, che nel frattempo è venuto a mancare e di cui sentiamo la mancanza; le speranze per il lavoro…
“Ho lavorato un anno a Monza, in una seconda media. Mi sono trovato benissimo. Ora aiuto mia sorella e la mia famiglia come l’anno scorso”. “Non sei stanco, non senti il bisogno di riposare?”, gli chiedo. “No, sto bene così. Per me è un piacere stare con loro e aiutarli. Spero di riprendere a Monza l’anno prossimo la stessa classe da portare agli esami di terza media”, risponde. “Te lo auguro di cuore”.
La vacanza per noi vacanzieri procede secondo copione. Poi la mia attenzione viene catturata da un ulivo bellissimo, vicino al cui tronco c’ è una piccola panca di legno, un tavolino e un contenitore, sempre di legno. Con libri. Usati. Raccolti con amore e messi là, a disposizione di noi turisti. Titoli di tutti i tipi e adatti ad ogni età. Sul tavolino una pianta rigogliosa, luci bianche in una lanterna. La cura di un angolo speciale.
Faccio delle foto. Poi penso di conoscere un po’ di più le intenzioni di questo giovane professore nel realizzare per gli ospiti del villaggio questo angolo delizioso. Molti non si accorgono di questo angolo, confessa Nicola, ma quelli che si sono fermati hanno apprezzato. La gente è gentile ma frettolosa, anche in vacanza. E’ come se ci fosse l’imperativo categorico del divertirsi sempre, incessantemente, senza mai una pausa. E’ la stessa frettolosità con cui viviamo nella vita ordinaria. Questo angolo ha il compito di indurre qualcuno ad utilizzare, sì, i libri, ma anche a fermarsi un po’, in un luogo appena appena fuori del tracciato principale, a riflettere o a non fare assolutamente nulla di quello che anche la vacanza propone con i suoi necessari orari. La passione per il lavoro di tanti mesi nella scuola e poi nella piccola azienda di famiglia nasce, in questo giovane, dai valori forti che i genitori gli hanno inculcato, in un mondo che lui definisce liquido, dove tutto scorre e anche in fretta. La piccola libera libreria vuole riportarci ai tempi più lunghi della riflessione.
“Se si salva una sola vita, si salva il mondo”, recita un adagio. Se Nicola Sciannamè di anni 32 riesce a regalare una pausa serena, fra tante prelibatezze, anche ad una sola persona, ha fatto un dono grande al mondo intero. Caro professore, che servi ai tavoli con il sorriso e la dignità con cui parli al cuore dei tuoi alunni.
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