Ci sono cose che non si possono spiegare, le devi vedere con i tuoi occhi, le devi vivere, devi entrarci dentro.
Di proposito, ho letto molto poco delle recensioni e delle interviste su quello che Tresoldi aveva realizzato: non volevo togliermi il gusto dello stupore e della meraviglia.
L’ingresso del Parco Archeologico sembra quasi una passerella che conduce in un’altra dimensione. Arrivati in fondo, si ha l’impressione di essere davanti ad un’illusione ottica. Quello che appare è impalpabile e reale nello stesso tempo, fatto come è di aria e metallo. E’ una costruzione ma ci puoi vedere attraverso.
Di giorno è evanescente, i contorni si confondono con il paesaggio e la natura sembra abitarne l’interno. Di notte si materializza grazie al gioco di luci che ne fanno assaporare la magnificenza. Accanto alle colonne della navata centrale, la presenza di silenziosi monaci che come fuochi fatui accompagnano gli avventori all’interno della Basilica.
Il progetto è semplice, l’idea invece è rivoluzionaria!
Archeologia, architettura, arte e paesaggio convivono nello stesso luogo. Un luogo sacro, di cui si potevano riconoscere solo le tracce, ora è riapparso. La trasparenza della struttura metallica ha ricostruito la basilica sparita, generando un’esperienza emotiva che mette in connessione con l’identità del luogo. E’ come vedere con gli occhi e ascoltare con il cuore una storia antichissima che va oltre i contenuti, oltre la logica.
L’escursione culmina e termina con la visita dell’attuale basilica di chiara matrice romanica, completamente bianca, eterea. Un blocco quadrato decorato da una “geografia” di stili che lascia incantati. Archi lunati, rombi ornamentali, leoni stilofori…tutto perfettamente in armonia.
Ho provato a rintracciare Edoardo Tresoldi, per carpirgli un’intervista, dopo l’evento inaugurale di OPERA che si è svolto a metà settembre sul lungomare di Reggio Calabria.
Mi è andata buca! Ho apprezzato però il racconto della sua mission fatto al giornalista Emilio Casalini durante una puntata di Generazione Bellezza: l’essere umano ha una memoria selettiva per ciò che gli suscita emozioni e in un’era, come quella contemporanea, in cui contano più le sensazioni che i contenuti, la storia di un luogo che non emoziona tende ad essere dimenticata in fretta.
Oggi, la Basilica di Siponto è il sito più visitato della Puglia dopo Castel del Monte ed ecco che “quando un sito sa raccontarsi davvero, si realizza pienamente la democrazia della cultura” (E. Casalini).
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