Ida Di Masso “Passi in avanti nella carriera forense, ma resta il soffitto di cristallo”
La Regione delle donne ospita l’intervento di Ida Di Masso, avvocato, presidente della Commissione Pari Opportunità dell’ordine degli avvocati di Foggia, con cui termina lo speciale di Stato Quotidiano riservato ai temi di genere, e in vista del rinnovo del consiglio regionale.
“Spesso ripercorro le tappe dei miei quaranta anni di professione forense e mi pongo sempre il dilemma se e quanta strada noi donne abbiamo fatto verso la parità di genere e quanta ancora ce ne resta da fare. Oggi è perfettamente usuale vedere le aule di Tribunale frequentate da tante donne in qualità di avvocate, magistrate o dirigenti di cancelleria ma raggiungere questo risultato è costato tanta fatica per affermare diritti, ideali e passioni, sconfiggere pregiudizi e stereotipi.
Pensiamo alla giovane Lidia Poet da Perrero che nel 1883 ottenne l’iscrizione nell’albo professionale, degli Avvocati di Torino, subito annullata dalla Corte di Appello di Torino con motivazioni inesistenti, fantasione ed offensive. La Corte sabauda motivò la sua decisione argomentando circa la incapacità naturale della donna ad esercitare la professione, la inadeguatezza dell’abbigliamento femminile sotto la toga, la capacitaà di influenzare e compromettere la serietà dei giudizi finali. Solo nel 1920 la Poet potè iscriversi all’Albo degli Avvocati perché nel frattempo era stata promulgata la legge n. 1179 del 17 luglio 1919, c.d. legge Sacchi, che abolì l’autorizzazione maritale e consenti alle donne di entrare nei pubblici uffici, nella politica e in tutti i ruoli militari . Nel 1920 la anconetana Elisa Comani si iscrisse all’Albo degli Avvocati facendo valere il suo talento in importanti processi quali, ad esempio quello c.d. dei bersaglieri.
Da tale epoca in poi, la carriera forense delle donne ha subito un lento e costante incremento sino a quando, negli anni 80/90, periodo di grande trasformazione della societa’ italiana che tentava di sradicare dal suo tessuto familiare, civile e sociale il patriarcato, le iscrizioni salirono significativamente tanto che oggi il numero delle donne iscritte all’albo degli avvocati è pari a quello degli uomini .
Ma alla parità numerica non fa eco una parità sostanziale poiché ancora molto poche sono le donne titolari di studi legali e, purtroppo, molte quelle che lasciano alla prima gravidanza, poche sono quelle che rivestono ruoli ed incarichi apicali nelle massime assise forensi e non di poco conto è il fatto che i redditi delle avvocate sono di molto inferiori a quelli degli avvocati che guadagnano dal 50% al 70% in piu’ delle loro colleghe. Malgrado le capacità e gli ottimi percorsi scolastici ed universitari, alle donne vengono lasciate ancora gravose incombenze familiari e di cura che ne frenano la carriera, ne erodono tempo ed energie e le lasciamo a guardare quel famoso, metaforico “soffitto di cristallo”, che forse molte di loro non oltrepasseranno mai.
Negli ultimi anni il mondo forense, grazie anche al lavoro ed all’impegno di tanti operatori ed operatrici del diritto, ha cercato di colmare questo gap. Infatti la legge di riforma della professione forense, la n. 247/2012, prevede che nei Consigli degli Ordini degli Avvocati il riparto dei consiglieri sia effettuato in base ad un criterio che assicuri l’equilibrio tra i generi ed ha istituito i Comitati Pari Opportunità affinché svolgano le funzioni di promozione delle politiche di pari opportunità nell’accesso, nella formazione e qualificazione professionale, di prevenzione, contrasto e rimozione dei comportamenti discriminatori sul genere e su qualsivoglia altra ragione e ogni ostacolo che limiti di diritto e di fatto la parità e l’uguaglianza sostanziale nello svolgimento della professione forense.
Dunque, se volgendo lo sguardo al passato si può senz’altro dire che molta strada è stata percorsa, guardando al presente ed al futuro bisogna prendere atto che molta altra si deve percorrere.
Per tali motivi è importante che le donne siano presenti in consessi, politici, culturali, sociali, lavorativi, rivestano cariche e ruoli di responsabilita’ e prestigio, perché solo così i loro punti di vista avranno visibilità, le loro esigenze potranno trovare voce, i loro bisogni potranno avere soluzione. E detta partecipazione sarà ancora più importante nei consessi ove si affrontano le peculiari problematiche territoriali, ove le istanze più direttamente vengono rivolte dalla base agli organi ed istituzioni preposti alla loro gestione e risoluzione.
Ed in vista delle prossime elezioni regionali mi auguro che molte donne vengano elette affinché si facciano portatrici di istanze, progetti e programmi di implementazione ed attuazione dei principi di pari opportunità, pilastri dei principi fondamentali della Costituzione Italiana, che si possano costruire, anche attraverso la buona politica, reti per mezzo delle quali le entità lavorative, professionali, culturali, sociali e di volontariato facciano veicolare idee, buone prassi, risorse ed energie per migliorare le condizioni di vita dei nostri concittadini ed in particolare delle donne”.
Ida Anna Di Masso, Avvocata, Presidente Comitato Pari Opportunita’ dell’Ordine degli Avvocati di Foggia