“A fine luglio abbiamo assistito alla peggior pagina politica della nostra Regione, cinque anni non sono bastati per riuscire ad approvare una legge sulla doppia preferenza, alla fine è intervenuto il governo centrale che ha imposto la legge. La doppia preferenza serve? Veramente le donne hanno bisogno di una legge? Ebbene sì, sicuramente non sarà una legge che cambierà la cultura patriarcale ma aiuterà sicuramente a vedere con le giuste lenti la situazione dell’oggi. L’odierno pensiero, senza etica e morale, fa paura perché rende disumano l’essere.
Ci sono alcune domande che mi pongo, riguardano la disumanizzazione, l’odio verso colui o colei che è diverso. Ma diverso da chi, da cosa, perché? per chi? Il mondo dovrebbe essere un insieme di anime che vanno tutte nella stessa direzione ovvero la sorellanza/fratellanza, invece siamo sommersi da odio, ovunque ci giriamo l’odio si sente e si sfiora.
Il patriarcato per troppo tempo ha imposto un modello maschilista del più forte, del macho, una cultura della sopraffazione dove tutto si ottiene con la forza e la violenza. Anche gli uomini sono ingabbiati in questi modelli e anche le donne molte volte ripetono gli stessi errori, anzi, “orrori” nell’educazione dei figli e nel ristagno stereotipato della convinzione di ciò che è maschio e ciò che è femmina.
La nostra società ha bisogno di una maggiore presenza femminile nella politica e nei luoghi di lavoro. Sono ancora troppe le donne che si licenziano o non riescono proprio ad approdare ad esso. I divari salariali sono solo la punta dell’icerbeg di questa società maschilista.
Come si può migliorare la situazione odierna? Dando maggiore spazio all’educazione e alla scolarizzazione dato che siamo ancora poco istruiti, modificando i tempi di vita e lavoro, e in Puglia esiste una legge, anche se penso che sia veramente poco conosciuta. Inoltre. Maggiore diffusione della consapevolezza delle possibilità che ognuno può avere a sua disposizione. Percorsi inclusivi e abbattimento del divario economico esistente tra varie zone delle città, comunicazione e informazione.
Dovremmo chiedere maggiori servizi e accessibilità ad essi per tutte, liste di attese meno lunghe, possibilità di poter scegliere tra pubblico e privato in ugual misura, poter disporre del tempo, camminare per strada da sole senza paura, senza dover stare sempre attente e senza chiederci se siamo vestite in modo da non provocare, insomma essere libere di potersi esprimere. Una donna deve poter decidere che strada intraprendere senza poi magari pentirsene.
Le donne lavoratrici sono molto spesso lasciate sole, non raccontiamoci la favola del molto è stato fatto, verissimo, ma molto ancora bisogna fare. Quante donne lasciano il lavoro perché non riescono a gestire i doppi e alcune volte tripli ruoli che questa società richiede alle donne? La società odierna sta diventando sempre più scollegata con la realtà. Per tutto questo, e soprattutto per tutte le donne che sono ancora sotto lo schiaffo della violenza, spero in una giustizia dove le pene siano commisurate al dolore ricevuto dalle vittime, dove la pena certa non sia una mera utopia, dove le donne non debbano più scappare e dove i femminicidi siano solo dei brutti ricordi. Sogno un luogo dove non ci si guardi le spalle e dove uomini e donne possano camminare uno di fianco all’altro”.
Francesca Vecera, responsabile del Cav “Impegno Donna” (Foggia)
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